CMP FAT

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La Storia

L’oggetto in questione è il CANADIAN CHEVROLET CMP C-GT FAT-4, dove l’acronimo FAT sta per Field Artillery Tractor, trattore per l’artiglieria da campo. Discendente in linea storica dai celebri cannoni ippotrainati che scorrazzavano allegramente per i campi di battaglia del secolo precedente, nacque da precise esigenze dell’esercito britannico che, alla soglia del secondo conflitto mondiale, stava provvedendo alla meccanizzazione della fanteria e dell’artiglieria.
Nei turbinosi anni che precedettero la guerra gran parte degli eserciti delle Potenze stavano progredendo nella meccanizzazione dell’artiglieria media e pesante ma, mentre Germania; Stati Uniti e Unione Sovietica preferivano il sistema cingolato, la Gran Bretagna scelse quello ruotato o gommato che dir si voglia (gli inglesi hanno sempre avuto un rapporto un po’ complesso con i cingolati!)

e specifiche del British War Department imponevano un’elevata standardizzazione dei processi di lavorazione per evidenti motivi di economicità e praticità, nonché l’intercambiabilità dei pezzi per l’uso su altri veicoli di simile fabbricazione (Gribeauval docet). Nacquero così alcuni modelli che con molteplici varianti e modifiche rimasero in uso per tutto il conflitto ed oltre. I “seniores” della famiglia furono i Quad Ant della Guy Motors Ltd. messi in produzione nel ’38, cui seguirono i C8 MkI della Morris Commercial; derivati da progetti civili ma sviluppati su specifiche del WD. Successivamente, anche per le mutate esigenze industriali belliche, fu realizzato il trattore di artiglieria 3ton Canadian Military Pattern (CMP) Field Artillery Tractor (FAT) costruito dalla Canadian Ford e dalla General Motors in Canada. Alla stessa serie meccanica appartenevano i camion militari adibiti a svariati usi con capacità: 8cwt, 15cwt, 30cwt e 3ton.
Furono sviluppati diversi modelli di questo Quad dal FAT-1 al FAT-6 ma quello qui illustrato fu il meglio riuscito. Monta un motore sei cilindri a benzina da 85 bhp, quattro ruote motrici, cambio a quattro marce più retromarcia. E’ equipaggiato con la caratteristica cabina n°13 che poteva ospitare sei uomini. La particolare forma a piani inclinati era stata pensata per facilitare le operazioni di decontaminazione da agenti chimici. E’ inoltre dotato di un gancio di traino con verricello per l’aggancio del sistema di artiglieria (cassone e cannone). Fu utilizzato largamente in Europa e nell’Estremo Oriente e rimase in servizio lungamente anche dopo la guerra, particolarmente nell’ abbinata classica con l’onnipresente cannone “ordnance” da 25 libbre. Una curiosità: se ne possono trovare svariate versioni “custom” realizzate nel dopoguerra per usi civili, ad esempio camion pompieri, carro attrezzi, recupero veicoli eccetera.

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Il Modello

Il modello è un autentico vino d’annata, uno “chateau”Airfix Production Ltd. del 1976! Vero pezzo d’antiquariato. I più canuti fra noi lo ricorderanno, penso, con nostalgia. La scatola di montaggio è un autentico capolavoro di modellismo considerati i tempi in cui fu realizzato. La “series 8” (all’epoca lusso modellistico) dichiarava una scala nominale di 1/35, anche se lunghe ed accese discussioni hanno portato alcuni a sbilanciarsi su due punti fondamentali: il sesso degli angeli e la probabile scala 1/32 o giù di lì. Tralasciando il calibro possiamo dire che le cinque stampate forniscono un cospicuo numero di pezzi che, anche se in alcuni notevolmente troppo spessi, sono molto ben realizzati. Vera chicca sono i 4+1 pneumatici in gomma morbida nera. Il montaggio è molto semplice e la struttura, una volta completata, è molto solida. In prova ho lasciato le ruote libere di scorrere e l’effetto è molto realistico (…quasi quasi se aggiungessi un motorino, con un piccolo differenziale…). Forse la parte migliore è quella sottostante, ben visibili e dettagliati la trasmissione e lo chassis con tutte le parti meccaniche, ma non potevo mica farlo ribaltato!
Non ho introdotto sensibili modifiche, solo alcune migliorie e dettagli poco visibili (cerniere delle porte, specchietti retrovisori, sistema di blocco della ruota di scorta, ecc.). La colorazione è standard, molto semplice e ritrae un veicolo canadese in un’ambientazione nell’Inghilterra meridionale poco tempo prima dello sbarco in Normandia, durante le manovre di preparazione. I cartelli stradali sono tratti da foto dell’epoca. Le insegne del “ciccione” appartengono alla 2^ Batteria del 15° Reggimento Artiglieria Campale, 4^ Divisione Corazzata Canadese. La documentazione dell’epoca illustra i veicoli in condizioni pressoché di fabbrica senza vistosi segni di usura. I figurini di accompagnamento ritraggono un maggiore canadese delle Grenadier Guards appartenente alla 4^ Divisione Corazzata Canadese, mentre l’altro è un Commander della Royal Navy con funzioni di Beachmaster. Nella fattispecie si tratta del Capitano di Fregata A.E.W.Wilmott (RNVR), DSC Beachmaster della spiaggia Juno. Ricordate il pittoresco Comandante Colin Maud Beachmaster di Sword Beach nel film di Zanuck “Il Giorno più Lungo”? La funzione esercitata dal Comandante Wilmott era di Comando di Porto con responsabilità su tutte le operazioni di sbarco nel settore canadese, dove sbarcò la 1^ Armata Canadese con il reparto cui apparteneva questo veicolo, ed operò sul litorale di Courselles in Normandia il 6 Giugno 1944.

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