MBT Challenger II

Challenger II in Oman

Challenger II in Oman

La Storia

Il carro Challenger 2 è il principale carro da battaglia britannico.Costruito dalla Vickers Defence Systems. La produzione risale al 1986, mentre il mezzo venne messo in linea nel 1994.Derivato direttamente dal Challenger 1, sono state fatte delle modifiche, riguardo principalmente la torretta di nuovo disegno. Anche il cannone è stato sostituito con la canna da 120 mm di nuova concezione,potendo utilizzare proiettili all’uranio impoverito, adottando inoltre una mitragliatrice tipo ” Chain gun ” rotativa da 7.62. La blindatura in Chobam, migliorata con nuove protezioni contro tutti i tipi di arma anti carro.L’equipaggio è formato da quattro uomini, la struttura del carro applica le tecnologie più avanzate con compartimento NBC, consentendo all’equipaggio di rimanere all’interno del carro stesso per tutta la durata dell’attacco. Il propulsore è un Perkins da 21,6 l, a 12 cilindri.

Il Modello

La scatola di montaggio della ditta Coreana Dragon, è stata immessa sul mercato alla fine del 2OO4, inizi 2OO5, sull’onda del periodo storico militare dell’attuale conflitto in Iraq.Il mezzo viene presentato nella versione che ha partecipato alle operazioni in Iraq, atte a conquistare da parte inglese la città di Bassora.La stampata del modello presenta due nei, premettendo comunque un elevato standard degno della più blasonata scala 1/35. Il primo neo, sta nel colore neutro della plastica, a prima vista aprendo la scatola contenente la stampata, viene spontaneo pensare: per la miseria ho acquistato un giocattolo buono solo per far divertire mio figlio.Questo fenomeno ottico, è dato dalla scala ridotta, abbinata al colore neutro della plastica, non lascia intravedere immediatamente i dettagli particolareggiati del modello.Anche i rilievi stessi sembrano piatti venendo valorizzati solo al momento della verniciatura come vedremo più avanti. Il secondo difetto riguarda i cingoli riprodotti in vinile. Chi ha preso le misure, non era completamente savio in quel momento, visto che nella prova a secco, risultano più corti di 2/3 mm.Volendo si possono montare tirati al massimo, ma l’effetto finale non è dei più convincenti. Scegliendo per il montaggio da scatola si arriva tranquillamente fino al treno di rotolamento, dovendo però includere anche i cingoli vista la versione a mo di testuggine,ho dovuto fare parecchie prove per poter scegliere la soluzione migliore.Questa è arrivata posizionando su tutto il treno inferiore i cingoli, facendoli aderire senza tirarli fino allo scafo inferiore che successivamente viene chiuso dalle fiancate, infine facendo sempre attenzione alla trazione del tutto li ho incollati allo scafo con del cianoacrilato.Alla completa asciugatura della colla, ho ultimato il montaggio non prima però di intervenire anche sulle grembiulature inferiori delle fiancate,altrimenti troppo spesse e di conseguenza poco realistiche.Per fare ciò ho prima lavorato di lima, fino ad assottigliare la plastica rendendola quasi trasparente,ho rifinito con della lana d’acciaio per togliere rigature e residui di plastica, infine ho inciso le giunture altrimenti troppo sormontate nella stampata.( Il risultato finale ha fatto sì, che nel guardare il modello, un componente del Club di appartenenza mi ha chiesto se erano fotoincisi!!! gulp.)

Colorazione

Come di consueto ho steso una mano di fondo, la quale dopo la definitiva asciugatura, ha messo in risalto quello che non si notava a modello grezzo.Colto da entusiasmo per la evitata patacca,ho steso una passata di Desert Yellow tamiya.Con questa tonalità, ho ottenuto un’ulteriore profondità, utile per i successivi lavaggi.Infatti per ottenere un effetto chiaro scuro, ho dato delle passate con dell’arancione a smalto molto diluite, con successive schiarite con la tonalità Deck Tant.Partendo dal colore vero e proprio, sono salito via via schiarendo mischiandolo con del bianco ad olio, quest’ultimo fa si che il colore sia più fluido e non tenda ad essiccare in fretta.Si tratta di fare molta attenzione nel dosare la quantità, pena il rischio di occultare i particolari più minuti.Tra una passata e l’altra si deve attendere almeno 24 ore di essiccazione, lasciando poi ” stagionare ” il modello per altri due tre giorni.In tutto dall’inizio della verniciatura di fondo fino alla ” stagionatura ” sono passate quasi due settimane,un tempo lungo, ma fruttifero. Infine, tutte le parti incise, gli angoli, le scanalature, ecc,sono state trattate con la tecnica del pastello ad olio sciolto in White spirit, dando al modello un tocco finale di tridimensionalità. Esito finale? A me soddisfa, ritenendolo un buon modello, lo consiglio a tutti quei modellisti che cercano la qualità a buon mercato. Senz’altro da provare.

Bibliografia

Per la documentazione, mi sono servito di alcuni siti internet, scaricando delle fotografie con il mezzo in action,valide anche le relazioni pubblicate su alcune riviste sia nazionali che estere, oltre alla fantastica monografia in lingua inglese ” Mini Color Series Challenger 1 & 2 “, una vera Bibbia per chi volesse cimentarsi con questo modello.

Lascia un commento