Autoblindo Fiat 15 Terni tipo Libia

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La Storia

Verso la fine della Grande Guerra, fu progettata e messa in produzione l’autoblinda, inizialmente denominata, Terni tipo Tripoli   ( dal nome dell’azienda Società Terni Stabilimenti Siderurgici ), ma con l’adozione del telaio dell’autocarro Fiat 15 ter, la denominazione finale diverrà Fiat 15 tipo Libia. Lo scopo di questo progetto, non fu rivolto per fini bellici in atto all’epoca, e, peraltro nelle fasi finali, ma espressamente per le Colonie della Libia. Infatti, dopo i primi collaudi avvenuti in Italia con il primo prototipo, il secondo venne inviato nel settore libico per ulteriori collaudi. Di costruzione molto semplice, ma di affidabile robustezza, i primi esemplari verranno modificati in loco, man mano le necessità. Brevemente, da una torretta iniziale tipo Lanchester, si passerà a quelle di serie definitiva con forma arrotondata simile alle Lancia Z1, seppur più contenute nelle dimensioni, verranno inoltre eliminati i parafanghi presenti sui prototipi iniziali. L’armamento era costituito dalla mitragliatrice Fiat 914 con 8000 colpi di dotazione. Giunte a buon fine e approvate, le Fiat iniziarono la loro attività proprio in Libia con compiti di servizi di scorta e protezione, ma non mancarono occasioni di combattimento vero e proprio oltre che di ricognizione.Iniziata l’attività nel 1919, verranno impiegate per oltre un ventennio fino alle fasi iniziali della Seconda Guerra Mondiale.

Descrizione Tecnica

Peso                  1400 kg

 lunghezza           4,545 mt

 larghezza            1,700 mt

 passo                 3,070 mt

 carreggiata         1,400 mt

 luce libera           0,27  mt

 motore a carburazione

 potenza               36 hp a 1600 giri

 cambio                4 velocità più retromarcia

 trasmissione        4×2

Il Modello

Il modello si presenta scomposto in maniera essenziale. Il corpo carrozzeria è in blocco unico, la torretta le ruote e la mitragliatrice a parte. Mancano gli organi di sterzatura, ma con una buona documentazione non è un problema costruirli. In sintesi, è un modello senz’altro da fare da scatola, non permettendo, pena un lavoro titanico, la riproduzione degli interni.Un particolare da rifare in toto, è senz’altro la mitragliatrice , se si vuole riprodurla forata, bisogna ricorrere a sezioni di ago da siringa, essendo quella del modello troppo sottile per forarla. Il resto è normale amministrazione, in una serata si assembla il modello, pronto per la verniciatura.

Colorazione

Ho usato come base il grigioverde scuro della Lifecolor espressamente prodotto per i mezzi italiani, poi sono passato ai colori ad olio per l’invecchiamento. Non divulgandomi troppo nella descrizione, basterà leggere la tecnica usata per la Lancia Z1 -M in 1,35 presente sul sito nel link modelli, essendo la stessa usata per quel modello. Una pecca imperdonabile presente nella scatola di montaggio, stà nel fatto della totale assenza di decals per riprodurre i simboli tattici usati nei periodi di operatività, pecca pure nel mercato dell’aftermarket, non avendo pensato di riprodurre questi complicatissimi simboli. Essi infatti consistevano nel rappresentare la bandiera Italiana, e venivano dipinti tutto attorno la torretta in maniera molto allegorica, sotto forma di rombi, quadrati, linee rette e cerchi, perciò difficilissimi da rifare a mano libera in questa scala. Ho optato, tramite documentazione, per la via più semplice, e cioè, con del nastro adesivo ho mascherato la circonferenza della torretta, sucessivamente ho dipinto ad olio la bandiera italiana. Il tutto è stato rifinito con una passata di trasparente opaco, miscelato con una piccola percentuale di satinato a smalto Humbrol.

Ambientazione

Ho desiderato ambientare il modello. Acquistata la base in resina prodotta dal nostro amico e socio di Club Luigi Reccher, il connubio mi è parso più che naturale. La base si potrebbe dipingere così com’è, tanto è bella e dettagliata, ma ho voluto sperimentare ( anche per un prossimo futuro ) un’impasto fatto con polvere di legno acqua e colla vinilica.Questo è stato distribuito lasciando libera la sede stradale, il muretto e le rocce.Prima della completa asciugatura, è stata cosparsa dell’erba sintetica usata normalmente nel fermodellismo. Volendo personalizzare un pò la basetta,ho applicato un capitello con crocefisso, anche questo in resina, ho ultimato con lichene sempre per fermodellismo. La strada, le pietre del muretto e le rocce, sono state dipinte ad olio. Tutto quanto è stato fissato poi su base di legno rotonda.

Documentazione

La documentazione per realizzare questo modello è abbastanza esaustiva, manca, come tuttavia succede quando si tratta di mezzi che hanno avuto una parte marginale nella storia dei corazzati e blindati, una documentazione espressamente mirata. Accontentandosi di quello che passa il convento, si possono trovare notizie della Fiat su: Gli autoveicoli da combattimento del Regio Esercito tomo 1, di Nicola Pignato, La meccanizzazione dell’Esercito fino al 1943 di Lucio Ceva – Andrea Curami a cura dello SME ufficio storico, Storia Militare.Su Internet non c’è gran ché.

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