Autocarretta

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La Storia

Agli inizi degli anni 30, e più precisamente nel 1932, l’Ansaldo su progetto dell’Ingegner Cappa, presentò il prototipo di un autocarro leggero adatto alle specifiche presentate dal Regio Esercito riguardanti un automezzo di dimensioni e caratteristiche tali da poter sostituire il traino animale.Ne derivò l’ Autocarretta da Montagna così designata proprio per i compiti per cui era stata progettata, ma visto dopo i collaudi e i primi usi operativi, le proprie capacità e robustezza, essa la troveremo operativa su tutti teatri bellici via via evoluta e migliorata man mano che le esigenze belliche lo richiedevano. Si può definire che questa macchina rappresentò un qualcosa di rivoluzionario e quasi di avveniristico: il motore era un diesel raffreddato ad aria,la sterzatura avveniva su entrambi gli assi con un raggio di volta di metri 4,00 le sospensioni erano indipendenti sia anteriormente che posteriormente, con balestre trasversali sopra e sotto i differenziali; la scatola del cambio era montata in posizione centrale e azionava direttamente le trasmissioni finali anteriore e posteriore.Le prestazioni di questo mezzo nella marcia fuoristrada erano veramente eccezionali, tanto che membri dell’Esercito Inglese dopo aver usato degli esemplari catturati, ne spedirono uno in Gran Bretagna per essere accuratamente esaminato dal Wheeled Vehicles Experimental Establishment di Farnborough.Infine aldilà di tutti questi pregi finora elencati, erano le dimensioni e gli ingombri che lasciavano capire che esso era un qualcosa di nuovo rispetto alla tecnologia dell’epoca.Il passo era di 2,00 metri,la lunghezza di 3,80 metri,l’altezza di 2,15 metri il peso di 1615 kg, ma la larghezza aveva dell’ incredibile: solo 1,30 metri.

Il Modello

Appartiene alla produzione della Criel Model unica ditta finora che ha dedicato a questo mezzo la messa in catalogo in scala 1/35. La costruzione non prevede grosse difficoltà se essa avviene direttamente da scatola, documentandosi però su qualche monografia con articoli dedicati a questo mezzo, si potrà appurare che è migliorabile. Nel modello sono omessi i dadi delle ruote così come i sostegni della centinatura visibile in alcune foto, ed infine varie rivettature. Essendo però un modello che rispecchia le dimensioni come nella realtà, senza rovinarsi troppo la vita, si può tranquillamente realizzare un buon modello.

Figurino e colorazione

Partecipando a varie mostre di cartello ho notato che tra i vari mezzi Italiani in concorso, la mia realizzazione è sempre stata un po’ una mosca bianca,questo la dice lunga sul fatto che si è orientati su modelli di ” grido ” che non forse su modelli diciamo un po’ più impegnativi sotto il profilo di ricerca storica. A parte questa mia personalissima affermazione, se qualcuno pensasse di realizzare questo modello in un contesto di diorama, tenga presente che, pur avendo operato durante tutta la 2° Guerra Mondiale, non lo troveremo mai in Africa Settentrionale se non in versioni successive opportunamente equipaggiate per quel teatro ambientale.

Fonti di documentazione

Sono state fatte delle pubblicazioni a riguardo con i seguenti titoli:Mezzi dell’Esercito Italiano 1935-1945 di Ugo Barzoletti-Alberto Pirella descrive oltre ai mezzi tutte le tappe che vanno dalla Guerra Etiopica alla fine della 2°,Automezzi della 2° Guerra Mondiale di Bart H. Vanderveen,Gli autoveicoli del Regio Esercito nella 2° Guerra Mondiale,ma le più autorevoli a riguardo sono le pubblicazioni del GMT di Trento, dalla cui derivazione è stato pubblicato Le Autocarrette del Regio Esercito di Nicola Pignato,una vera e propria Bibbia su questo mezzo.

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