British Cruiser Tank Comet A34

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La Storia

Troviamo una prima breve sommaria storia di quello che doveva essere il successore del Cromwell, in un testo edito dalla Leyland Motors nel 1945. Il mezzo che doveva rivelarsi forse il migliore carro inglese del secondo conflitto mondiale fu afflitto, già dalla sua progettazione da una serie di problemi, causati da supponenza, negligenze e sottovalutazioni.
Alcune fonti riportano l’informazione che nel 1943 la Leyland cominciò “entusiasticamente” la progettazione di un nuovo carro, il Comet appunto. Altre fonti, forse più realisticamente, riportano invece la riluttanza della ditta Inglese a mettere mano ad un progetto già sapendo che era in fase di sviluppo il Centurion. Il Comet comunque, come da disposizioni del Ministero, andava realizzato!
L’origine del carro va fatta risalire alla scelta del pezzo da installare in torretta. Gia’ nel 1942 la Vickers-Armstrong aveva iniziato a lavorare sul progetto di un nuovo cannone da 75 mm ad alta velocità che, nelle intenzioni, doveva essere installato sul Cromwell. Ci si accorse ben presto però che la nuova arma era troppo voluminosa per la torretta del Cromwell: questa “rivelazione” provocò un terremoto ai piani alti della Vickers. La soluzione immediata fu di installare sul Cromwell il poco potente pezzo da 75 mm. di normale produzione e fu contemporaneamente deciso di provvedere a ridisegnare il mezzo per poter utilizzare la nuova arma. Da questa decisione nacque ufficialmente il progetto Comet: era il luglio del 1943.
Va detto che i due mezzi erano abbastanza simili: lo stesso motore Rolls-Royce Meteor, la stessa trasmissione Merritt-Brown e le stesse sospensioni Christie (anche se il Comet aveva un migliore sistema frenante e un limitatore di velocità a poco più di 51 km/h). La torretta invece era completamente differente: l’anello di torretta fu portato ad un diametro di 64” contrariamente ai 57” del Cromwell e il peso totale arrivò quasi a 30 tonnellate. La parte frontale della torretta era in fusione ad alta densità da 10 cm. di spessore: il maggior peso della parte frontale era controbilanciato da una estensione posteriore che conteneva gli apparati radio. Un’altra differenza era il posizionamento della mitragliatrice a destra del pezzo in torretta, contrariamente a quanto normalmente fatto sugli altri mezzi inglesi contemporanei. Il pezzo principale era il 75mm., modificato fino diventare un effettivo 77 mm., e in grado di sparare munizionamento di diverso tipo con precisione maggiore rispetto al pezzo da 17 libbre montato ad esempio sui Firefly.
Si ha documentazione fotografica di un solo Comet armato con l’obice da 95 mm. per supporto ravvicinato, contrariamente a mezzi tipo Churchill e Cromwell, che riservavano un certo quantitativo di esemplari prodotti all’adozione di questo pezzo. Il mezzo era in servizio con il 1° Royal Tank Regiment di stanza in Germania subito dopo la fine della guerra. Si tratta però probabilmente solo di una modifica campale.
Il Comet fu quasi certamente il primo carro inglese ad essere concepito, fin dalla sua realizzazione, per essere di costruzione interamente saldata. La saldatura era già usata estesamente negli ultimi lotti di produzione del Cromwell e del Churchill ma era un processo dettato il più delle volte da carenze di materiale ed accettato comunque con difficoltà dai fabbricanti inglesi. Il Comet era concepito invece come un grande kit di montaggio con parti tagliate a misura e saldate poi con l’ausilio di maschere.
Furono approntati per le valutazioni solo 3 prototipi (anche se il R.A.C. ne aveva richiesti almeno otto), il primo dei quali fu consegnato nel marzo del 1944. La mancanza di alcune parti su questo primo prototipo impedì l’effettuazione di alcuni test basilari. Il secondo prototipo, già differente rispetto al primo, fu consegnato alla fine di aprile. Durante i test ci si accorse che i cingoli da 40 cm. erano troppo stretti per il peso del carro. Fu decisa l’adozione di cingoli da 46 cm. e di una serie di rulli di supporto (anche se il sistema Christie, per sua stessa natura, non avrebbe dovuto necessitare di tali supporti). Furono eseguiti anche test di resistenza al fuoco con il pezzo da 6 lbs (perfetta resistenza), da 25 lbs. (schegge metalliche proiettate all’interno) e con un 50 mm. anticarro tedesco (perforazione netta). Immaginiamo l’effetto di un colpo da 75 mm o da 88 mm.!!
I primi mezzi, assegnati alla 29^ Brigata Corazzata, entrarono in linea solo nel marzo del 1945. Nonostante la richiesta produttiva iniziale fosse di 2500 unità, sembra certo che solo 1186 esemplari siano stati effettivamente completati. Il Comet arrivò in linea troppo tardi per prendere parte a scontri fra carri. Durante l’avanzata in territorio tedesco, gli unici nemici che si trovò ad affrontare furono i lanciarazzi come il Panzerfaust ed il Panzerschreck, e il cannone da 88 mm. Ai primi si poteva porre rimedio con la velocità e con il supporto della fanteria, al cannone da 88 mm. non si poteva ovviare con la velocità: era senz’altro utile l’appoggio della fanteria, ma l’alto esplosivo dei proiettili da 77 mm. aveva indubbiamente effetti migliori.
E’ peraltro accertata la distruzione da parte di un Comet dello squadrone C del 3° Royal Tank Regiment, di un carro Tigre nei pressi di Fallingbostel.
L’invio di carri Comet nel teatro di guerra del Pacifico non fu mai progettato. Il carro equipaggiò per un breve periodo dopo la fine della guerra la 22^ Brigata Corazzata e il 1° Royal Tank Regiment che sfilò per le vie di Berlino durante la parata per la Vittoria davanti al Maresciallo Montgomery. Alcuni carri Comet rimasero inoltre a Berlino a disposizione dei reggimenti che si sarebbero avvicendati nel controllo della città.
I Comet prestarono servizio con l’esercito inglese in Germania, Inghilterra e Italia, ad Hong Kong dal 1949 e nella zona di Suez dal 1947. Non furono utilizzati ne in Korea, ne in occasione della Crisi di Suez. I carri furono ceduti poi come surplus a Burma, Finlandia (che li acquistò al prezzo di 2500 sterline l’uno), Sud Africa ed Eire.
Non ci furono varianti al Comet: si ha notizia di un singolo esperimento per avere un Comet Crocodile con il lancia fiamme al posto della mitragliatrice di scafo, e di un esperimento che, sulla base dello scafo del Comet, voleva riuscire a creare un veicolo simile al carro “S” svedese. In Sud Africa poi, sembra che il Comet abbia fornito la base per una specie di veicolo da supporto corazzato ma mancano ulteriori informazioni.
Il Comet terminò la sua carriera, come carro bersaglio per il cannone da 120 mm. dei Chieftains sulla piana di Salisbury. Rimane ancora qualche esemplare conservato nei musei in Inghilterra, Belgio, Finlandia e Sud Africa.

Il Modello

Il modello è un prodotto della Accurate Armour e risale già ad una decina di anni fa, acquistato e lasciato a decantare sullo scaffale dei modelli “pronti per quando andremo in pensione”, peraltro in buona e numerosa compagnia.
Il modello è in resina con treno di rotolamento e particolari vari in metallo bianco e con un foglio di fotoincisioni abbastanza spartano e grossolano. Sul treno di rotolamento e sui particolari in metallo bianco è necessario un pesante e paziente lavoro di “restyling” per eliminare segni di fusione e sbavature, mentre torretta e scafo, interamente in resina, sono di buona fattura e con pochissime bolle, flessioni e ritiri. Da segnalare la pregevole esecuzione di tutte le maniglie dei vari portelli che sono colate solidalmente al pezzo su cui sono fissate (cofano, portelli ecc. ) basta un buon cutter per eliminare i leggerissimi segni di fusione ed ottenere maniglie il cui realismo non ha nulla da invidiare a quelle in fotoincisione. Anche i cingoli sono in resina, divisi in segmenti di circa 10 cm. di lunghezza e quindi, per poterli installare, devono essere giuntati, sagomati a caldo (con l’ausilio del phon stando ovviamente attenti a non spazzare via altri pezzi dal tavolo di lavoro) per adattarli al treno di rotolamento, e quindi tagliati a misura. L’aspetto dei cingoli non è purtroppo molto convincente, ma essendo il Comet un modello prettamente di nicchia, non sono disponibili cingoli Model Kasten o Friulmodel e neanche kit aggiuntivi (del resto il carro non ha mai avuto significative varianti….). Il modello presenta le opzioni per riprodurre sia il modello entrato in linea alla fine della seconda guerra mondiale (con i lanciafumogeni posteriori e le fotoincisioni per il Normandy Cowl in due pezzi o in pezzo singolo) sia il modello dell’immediato dopo guerra con scarichi a coda di pesce e con lanciafumogeni ai lati della torretta. Per riprodurre il modello che rappresenta un carro del 23° Ussari della 29^ Brigata in forza alla 11^ Divisione Corazzata, abbiamo eliminato gli attacchi dei lanciafumogeni in torretta, che sono fusi insieme alla medesima, e abbiamo chiuso con stucco Molak i fori già predisposti per gli scarichi a coda di pesce. Il Normandy Cowl, in fotoincisione non ci ha convinto del tutto ed abbiamo preferito utilizzare quello del Cromwell in un singolo pezzo. La giunzione della parte superiore dello scafo con quella inferiore è un lavoro che necessita di massicce dosi di stucco: le fessurazioni sono molto ampie e anche la fragilità della parte frontale obbliga e dover ricostruire qualche elemento essenziale dello scafo.
Per la colorazione del treno di rotolamento, abbiamo costruito delle maschere per i diversi diametri di ruote. Il modello è stato verniciato con Humbrol 75 al quale abbiamo poi applicato lavaggi con Bruno Van Dyck Puro della Maimeri diluito in Sans-Odor della Winsor & Newton. Le decals della 11^ Divisione corazzata provengono dal foglio della Accurate Armour, i trasferibili invece sono della Archer. Il modello è stato poi “impolverato” con gessetti della Conte, grattugiati su carta smeriglio e passati poi a pennello. Trattandosi di un carro in servizio solo da pochi giorni, non abbiamo applicato pesanti ed irrealistici segni di usura.
Il figurino che rappresenta un carrista inglese nella combinazione invernale è della Ultracast, leggermente sagomato per adattarlo alle dimensioni del portello del carro Inglese.
Il modello come di consueto è stato fissato, con l’ausilio di colla bi-componente, su una base in legno prodotta dalla ditta Tiboldo di Biella.

Fonti Iconografiche

  • Storia dei Mezzi Corazzati
  • British Tank of  World War II (Vol.2)

Materiale utilizzato

  • Kit K18 Accurate Armour Comet A 34
  • Decals Accurate Armour
  • Trasferibili Archer
  • Base Tiboldo
  • Figurino Ultracast

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