Marmon-Herrington Mk III

 

mh005

La Marmon-Herrington era un veicolo prodotto in Sud Africa, costruito utilizzando il telaio ed il motore di autocarro Ford VS/85. Aveva quattro ruote motrici, una autonomia di oltre 300 km. ed una velocità su strada di quasi 80 km./h.. Era dotato di una leggera blindatura (12,5 mm. frontale) e l’equipaggio era formato da 3 persone . L’armamento era costituito da un fucilone controcarro Boys, con una mitragliatrice Bren coassiale ed un’altra arma sul cielo della torretta per la difesa contraerea. Era equipaggiata con un buon apparato radio e ciò consentiva comunicazioni anche a lunga distanza fra veicoli dello stesso squadrone, permettendo quindi lo svolgimento di operazioni di perlustrazione anche su fronti molto ampi. I difetti principali peraltro non erano di poco conto: l’armamento e la protezione erano assai limitativi. Il veicolo comunque rispondeva in pieno alle tattiche di impiego britanniche per quanto riguarda il pattugliamento e la trasmissione di informazioni. Era veloce, ed il fucilone Boys, arma in grado di perforare una quindicina di millimetri di corazza, era più che adatto per le necessità inglesi. Ovviamente nel caso di scontro con più pesanti carri nemici, il ripiegamento era un buon sistema per evitare danni…. La Marmon Herrington fu fornita in dotazione in Nord Africa anche ai reparti di Spahis francesi della Francia Libera. Questi ultimi provvidero anche in qualche caso a sostituire l’arma in torretta, con un più potente cannone anticarro da 25 mm. di produzione francese, per adattare il mezzo alle loro tattiche di impiego che prevedevano, oltre al pattugliamento anche l’ingaggio con il nemico ove fosse ritenuto necessario. La Marmon-Herrington fu usata anche da italiani e tedeschi come preda bellica, talvolta riarmata con una Breda da 20 mm. al posto del fucilone “Boys”. Il mezzo fu utilizzato fino ad esaurimento.

Il modello Avevo partecipato alla mostra del 2003 al Musèe Des Blindès a Saumur e avevo avuto modo di vedere la realizzazione fatta da un modellista francese partendo dal modello della ditta Roy Model (rumena?): il mezzo mi aveva incuriosito, spigoloso ed asimmetrico com’era (spigoloso e asimmetrico del resto come la maggior parte dei mezzi leggeri inglesi dell’epoca). Sono entrato felicemente in possesso qualche tempo fa (un sentito ringraziamento a Gianluca per la cortesia!) di un modello prodotto dalla ditta italiana “Tanks for Collectors”. Pur essendo un monoblocco in resina (la classica “saponetta”), non presenta fortunatamente svergolature o imbarcamenti. Il kit viene fornito con alcune parti in metallo bianco (armamento, trasmisione, portelli della torretta) e con una imponente dotazione di accessori in resina (teli, taniche, cassette di varie dimensioni, armi, zaini ecc.). Il montaggio si riduce praticamente quindi a poche cose essenziali, come l’applicazione di spine metalliche per fissare i semiassi alle balestre per dare maggior solidità all’insieme: il semiasse anteriore è stato anche modificato leggermente per consentire una minima sterzatura delle ruote, sono stati assottigliati i parafanghi, sono stati applicati dei tondini di plasti-rod che andranno a formare i due “cesti” laterali che avranno come base i predellini che corrono lungo tutta la fiancata del mezzo, ed è stato costruito con lamierino di ottone un contenitore dentro al quale sarà poi piazzata una rete mimetica. C’è anche qualche parte da carteggiare per eliminare i residui di colatura e nel mio caso, sfortunatamente, sotto lo superficie compare una miriade di bollicine che andranno necessariamente stuccate (ho usato adesivo ciano-acrilico) e pazientemente carteggiate. Il resto del lavoro è solo verniciatura. Ho dato una prima mano di bianco opaco, seguita da una mano di color Humbrol Desert Yellow e da una ulteriore mano di Sand della Model Master. A colore bene asciutto ho fatto il solito lavaggio con il Bruno Van Dyck diluito con il White Spirit della Winsor & Newton. Effetti finali sono stati ottenuti con pastelli della Conte e con colori ad olio “tirati” con un pennello inumidito nel solvente Universal. Qualche piccola scrostatura è stata applicata, ma con molta parsimonia: le eccessive scrostature non mi hanno mai convinto. Ho poi aggiunto un figurino Verlinden, una mitragliatrice per difesa contraerea sul cielo della torretta, (una Browning 0.30 proveniente dal set Academy, al posto del Bren originale), ed un faro costruito utilizzando il faro di una vecchia kubelwagen Tamiya, scavato internamente e riempito di colla bicomponente mescolata in modo da evitare il formarsi di bolle d’aria all’interno della miscela. Le insegne sono quelle di un mezzo appartenente al reggimento autoblindo della 1^ divisione corazzata Inglese in Nord Africa nel 1942 e sono insegne provenienti da vecchi Kit Tamiya. Il modello è stato poi fissato come sempre ad una base in legno prodotta dalla ditta Tiboldo.

 

Lascia un commento