F-104 & TF-104

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Non riesco a trovare nulla che possa introdurre il discorso per iniziare a parlare dell’F 104 Starfighter. Sicuramente per noi italiani è come lo zio di famiglia,sicuramente vecchio, un po rompiscatole ma quando lo vediamo (magari volare) gli occhi luccicano ancora e forse lo farebbero a tanti altri appassionati di volo.
L’occasione di riprodurre in scala lo spillone in generale si fa sempre ghiotta (considerate che è,a tutt’oggi,l’unico velivolo che ho riprodotto in tre esemplari) e nel mio caso la cosa è stata suffragata dal premio datomi in occasione di una mostra concorso di un F 104 G in 1/72 della Revell nonché dall’apparizione nel vagare in quel di Novegro di una riedizione del TF 104 dell’Hasegawa.
Avevo già affrontato il kit del monoposto Hasegawa e l’occasione è stata propizia per confrontare i due prodotti.
Bisogna dire che entrambe le aziende hanno pensato ad uno stampo che permettesse la facile commercializzazione sia del monoposto che del biposto e per tanto la scomposizione della fusoliera in quattro parti è comune tutti e due i prodotti,anche se Revell mantiene separato il radome dal corpo fusoliera facilitando l’operazione d’appesantimento del muso ed evitandoci una tediante ripresa dell’incollatura.
Altro punto dolente diventa la giunzione delle prese d’aria motore ;se da un lato ci facilitano il lavoro ,occultando la giunzione degli elementi principali della fusoliera dall’ altro bisogna che l’allineamento degli stessi sia quasi perfetto onde evitare di perdere carteggiando la flessuosa linea del caccia supersonico.
A questo proposito bisogna sottolineare che la qualità dello stampo nipponico facilita di molto le cose dandoci pezzi sottili ,a registro e con una pannellatura incisa più finemente rispetto al concorrente Revell.
Avrete notato che non ho ancora menzionato gli interni dell’abitacolo e la ragione sta nella scelta, presa all’inizio dell’assemblaggio,di lasciare il monoposto (Revell) con la cappottina chiusa dato che viene fornita in un sol pezzo nel kit viceversa sul biposto andrò a versare tutti i miei risparmi in fotoincisioni e seggiolini in resina lasciando i tettucci aperti come proposto nelle opzioni della scatola di montaggio.


A tal proposito mentre nel modello Revell mi sono limitato ad assemblarlo come da scatola sostituendo la palpebra del cruscotto con pellicola fotografica opportunamente sagomata e verniciata e aggiungendo un pilota sul seggiolino migliorato, per il modello biposto ho attinto dal set EDUARD n° 72-115 mantenendo però i cruscotti originali (più realistici rispetto al piatto ottone) e inserendo i bei MB IQ mk 7 di Verlinden. (grazie Patrizio)
Vanno considerate con una certa attenzione le palpebre dei due cruscotti e le aree circostanti dove un po’ di lavoro aggiuntivo conferisce maggior realismo .
State attenti,a mio avviso, nel montaggio del traliccio dei carrelli principali in quanto la presenza potrebbe complicarvi il successivo lavoro di mascheratura del vano carrelli durante la verniciatura, io ho deciso di posticiparlo a verniciatura ultimata.
Altra piccola miglioria realizzabile grazie al set dalla Eduard è il vano per il paracadute di frenata aperto , piccolo lavoro che da un po’ di “vita” al modello.

Questa mimetica antesignana della bassa visibilità su due toni di grigio è caratterizzata dalla presenza di pochi stencil (forse mi dovevo rifare dell’esperienza del tf 104) e pertanto non risulta impossibile da riproporre con decals recuperate qua e la.
Sulla base delle indicazioni degli altri modellisti e delle riviste consultate ,l’abbinamento che mi è parso più veritiero è quello tra il grey n°127 ed il n° 149 della HUMBROL.
Completata la colorazione ho optato per una tecnica di invecchiamento diversa, depositando nelle fessure delle pannellature della polvere di gessetto per artisti con un pennello sottile (ooo) e lasciando poi all’ azione dell’aerografo,per la stesura della vernice trasparente lucida, il compito di sfumare ogni singolo pannello.
La posa delle decals recuperate da vari fogli dedicati allo spillone non ha presentato difficoltà di rilievo salvo un leggero “silvering” su uno dei serbatoi di estremità alare (le decals REVELL sono abbastanza “rigide”) , lasciati come ancora in uso sopra in verde NATO e sotto in argento semilucido.
In definitiva ecco un altro cacciatore di stelle anche se va sottolineato come l’assetto del modello tedesco abbia il carrello principale particolarmente alto e conferisca cosi all’ aereo un assetto innaturale,quasi come fosse sprovvisto del propulsore.
Probabilmente un lavoro di correzione è possibile ma attenzione al fatto che poi questo elemento sopporterà gran parte del peso del modello.
Particolarmente rapidi e divertenti questi due modelli hanno ben figurato alle esposizioni alle quali ho partecipato,non resta che passare al prossimo lavoro, alla prossima.

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