Flettner F1 282 Kolibri

Klettner08

 

La Storia

Nella storia aeronautica il nome di Anton Flettner e sconosciuto ai più. In un periodo storico dove elicottero era sinonimo di “Sikorsky” bisogna ricordare che i progetti di Flettner erano all’avanguardia se non altro per essere riuscito a far volare mezzi più potenti prima dei diretti avversari. Il suo primo “progetto”, che volò nel 1932 usava un rotore a due pale di circa 30,00 mt di lunghezza mosse da un propulsore di 30 Hp, fu sfortunato in quanto subito dopo il decollo si rovesciò a causa dei forti venti. Non andò meglio al FI 184 che mosso da un motore di 150 Hp precipitò andando distrutto nel 1935. A questo fece seguito il FI 185 con motore a 3 pale.
Si arrivò quindi al 282 con doppie pale controrotanti ed elica intubata all’ interno dell’ unico pezzo di fusoliera che fungeva da vano motore spinte entrambe dallo stesso propulsore.
Dal 1942, nell’ ambito di prove e valutazioni, vennero impiegati principalmente da postazioni su vascelli di scorta ai convogli nel mar Mediterraneo, Egeo e Baltico ed operarono anche in condizioni meteo avverse segno della grande affidabilità del progetto.
Quando nel 1944 si decise di avviare la produzione su vasta scala una serie di bombardamenti da parte degli alleati mise la parola fine a questa macchina.

Il Modello

Per trovare soggetti cosiddetti “rari” e stuzzicanti, oggi come oggi, bisogna orientarsi verso il mercato dell’Est o verso quelle marche non propriamente note. Ecco quindi che la scelta è caduta sulla Huma Model ditta Tedesca che ha in catalogo alcuni pezzi particolari e poco conosciuti. Fondamentalmente è un modello semplice anche se quasi un short run. Ho iniziato dal motore che è ben dettagliato ma come spesso succede,  una volta chiuso, lascia vedere ben poco di se.

Altro apporto personale al modello sono stati i quadranti fotoincisi, recuperati da una lastra Reheat, aggiunti al pannello strumenti anteriore e ai due pannelli laterali. Le cinghie del seggiolino sono in lamierino di piombo e filo di rame. Alcuni tiranti delle leve di pilotaggio sono stati sostituiti da plastirod Evergreen di opportuno spessore.

Il resto del montaggio è proseguito regolare senza note particolari.
La colorazione del motore è ad olio con diverse tonalità di argento, nero e abbondanti lavaggi di bruno e terra di Cassel. La fusoliera è interamente in grigio RLM63 e i pannelli sono stati ripassati con del bruno Van Dick dato per capillarità e con lo “smoke” Tamiya molto diluito dato ad aerografo.
Non ho ritenuto opportuno ripassare molte volte con il post shading in quando il velivolo era un prototipo, quindi sì sporco per le regolari verifiche e manutenzioni, ma non così pesante come un mezzo operativo. Discorso diverso invece per il pesante lavaggio a tutte le giunzioni dei tralicci e al cockpit effettuato con del nero sempre ad olio e con inchiostri a china. Una mano di trasparente lucido, non Future ma “volgarissimo” Tamiya, ha permesso la posa delle decals.
Alcune sono state sostituite in quanto le originali, per effetto della solita legge sulle raffigurazioni naziste, dovevano essere ritagliate da due quadrati e posizionate una sull’ altra a rappresentare la svastica nera in campo bianco.

Purtroppo queste ultime non riuscite perfettamente sono state appunto sostituite con altre di facile reperibilità per chi ha centinaia, ma che dico, migliaia di modelli a disposizione, senza dover necessariamente acquistare un foglio per soli due pezzi (grazie Patrizio).
Come sempre una leggera mano di vernice opaca Pebeo ha dato la giusta finitura conclusiva.
A completamento del modello ho inserito un Kettenkraftrad Tamiya, un serbatoio di olio della Revell e due piloti recuperati dalla scatola della Kubelwaghen sempre Tamiya.
La costruzione dei mezzi avviene praticamente da scatola.
Dopo aver dato una base di grigio neutro Tamiya ho spruzzato sul Kettenkraftrad una mano di tank grey sempre Tamiya e un verde abbastanza scuro sul serbatoi d’olio.
Per quest’ ultimo mi sono limitato ad un leggero lavaggio e un altrettanto leggero dry brush mentre il Kettenkraftrad , visto l’uso più intensivo, anche se limitato al traino dei velivoli, ha ricevuto un ben più pesante invecchiamento con le solite miscele ad olio diluito con petrolio bianco.


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