Messerschmitt BF 108 Taifun

image001La Storia

Il velivolo

Fino allo scoppio della seconda guerra mondiale l’M35 di Willy Messerschmitt si era dimostrato uno dei migliori velivoli acrobatici del mondo; sulla base di questo aereo fu sviluppato il rivoluzionario Messerschmitt M37, successivamente designato Bf 108 Taifun.
Tale modello era nato da un ordine di sei aerei destinati a partecipare alla 4^ Challenge de Tourisme Internationale del 1934.
Il prototipo (matricola D-ILIT) fu collaudato nella primavera del 1934.
Il Bf 108 fu adottato dalla Luftwaffe in compiti di rifornimento e traino bersagli.
Fu anche esportato in piccole quantità in Bulgaria, Giappone, Iugoslavia, Romania, Svizzera, Ungheria e Unione Sovietica.
Prestò servizio anche nella RAF, nell’immediato dopoguerra, con il nome di Aldon.
Prodotto in Germania fino al 1942, quando le catene di montaggio furono trasferite allo stabilimento SNCAN di Les Mureaux (Parigi), alla fine della guerra il Bf 108 aveva raggiunto una produzione complessiva di 885 esemplari.
Nel dopoguerra la SNCAN (NORD) continuò lo sviluppo del modello e costruì sia il Bf 108 sia il Me 208 in 285 esemplari con la designazione Nord 1000 e Nord 1100.

Versioni

Bf 108B, pricipale versione di serie
Bf 108C, prevista versione con motore Hirt più potente
Me 208, versione migliorata con carrello triciclo

Principali paesi utilizzatori

Germania
Giappone
Svizzera
Francia

Caratteristiche tecniche

Motore: 1 Argus As10C in linea da 240Cv
Prestazioni: velocità massima 300 Km/h, tangenza pratica 5000 m, autonomia 1000 Km
Pesi: a vuoto 880 Kg, massimo al decollo 1385 Kg
Dimensioni: apertura alare 10,50 m, lunghezza 8,30 mt, altezza 2,30 m, superficie alare 16,40 mq

wpe2Il Modello

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La scatola Eduard da me scelta è quella “Profipack” completa di fotoincisioni e da un set di mascherine adesive per i trasparenti. La qualità dei Kit Eduard ormai è paragonabile ai migliori Tamiya e Hasegawa e quindi trovare modelli un po’ fuori dall’ordinario oggi non è più un’impresa.
Stranamente, chi mi conosce sa che non mi cimento spesso con modelli della seconda guerra, questo modello mi ha affascinato da subito. E’ un modello che sta ai confini tra il militare il civile visto il suo sviluppo e i suoi impieghi. Il lavoro è iniziato dal motore, un vero modello nel modello, lo stesso infatti si compone di ben 31 pezzi che ha lavoro ultimato fanno rimpiangere di richiudere tutto sotto il cofano. Per migliorare ulteriormente, della serie se non esageriamo stiamo male, ho sostituito tute le aste delle valvole che riprodotte in plastica risultavano leggermente grosse.  Con lo dello sprue stirato a caldo ho poi riprodotto le cavetterie delle candele su ogni cilindro. La colorazione di base in argento scuro con un pesante lavaggio ad olio e la rifinitura dei tubi di scarico forati con una micropunta all’ estremità hanno concluso questa prima parte di lavoro. Gli interni sono riprodotti su tutti e quattro i lati o meglio le paratie laterali non sono parte integrante della fusoliera ma sono riprodotte a parte ed hanno un grado di dettaglio paragonabile alle migliori produzioni in resina. Il tutto non richiede migliorie e infatti mi sono limitato a riprodurre alcuni cavi laterali e ai tubi idraulici della pompa a mano posta in mezzo ai sedili anteriori.
I sedili hanno tutti le cinture di sicurezza in fotoincisione. Si può scegliere se realizzare la versione a quattro posti o quella che, sacrificata metà del divano posteriore, monta i due serbatoi supplementari. Ho optato per quest’ultima con il serbatoio per il carburante e quello dell’olio, perché rompono la monotonia dei posti vuoti. Per la colorazione ho passato una mano di grigio neutro e poi ho iniziato un accurata opera con i colori ad olio, ho così ottenuto i diversi riflessi che la pelle traslucida crea tra le pieghe dei sedili. I serbatoi sono in verde chiaro con le cinghie di ritenzione in nero. Per il cruscotto, pur avendo l’apposita lastra fotoincisa ho scelto il pannello in plastica meno piatto rispetto a quello di metallo, la colorazione è in nero opaco con il foglio degli strumenti posto sotto, alcune gocce di vernice lucida su ogni strumento poi ha simulato i vetri. Finita anche la vasca dell’abitacolo ho iniziato il lavoro sulla fusoliera.I problemi maggiori li ho avuti nel posizionare correttamente la parte anteriore, anche in considerazione della finezza della plastica. Comunque con qualche cautela e rinforzando la presa d’aria sul dorso con un po’ di stucco il tutto ha combaciato alla perfezione. Inserito il motore e poi l’abitacolo ho unito le ali dando il giusto diedro. L’attaccatura di queste ultime non è stato particolarmente agevole obbligandomi ad inserire alcuni pezzi di plasticard come rinforzo. Ultima fatica del montaggio è stato l’inserimento del grande trasparente realizzato in un sol pezzo. A montaggio ultimato ho scelto la colorazione classica con le superfici inferiori in RLM 65 e quelle superiore a macchie squadrate in RLM 70 e 71. La scelta è caduta sui colori Gunze, rispettivamente l’ H67 e l’ H65 e 64 leggermente schiariti. Per la stesura del colore non ci sono stati problemi aiutati nella parte vetrata dal provvidenziale foglietto Express Mask a corredo del Kit.
Una generosa mano di Future a uniformato i colori e preparato la superficie per le decal. La striscia gialla è stata verniciata. Una leggera passata con la stessa Future leggermente opacizzata ha dato la finitura esatta al modello. Con un pennellino finissimo e un po’ di colore a china molto diluito ho ripassato i vari pannelli, non ho ritenuto appesantire il modello con un’ aspetto troppo vissuto, dopotutto veniva usato per i collegamenti e sovente scorrazzava alti ufficiali poco amanti di salire su aerei lerci o a rischio tetano. Ho quindi effettuato solo delle filature d’olio sulle superfici inferiori e in corrispondenza delle parti mobili e con della polvere nera i segni dei tubi di scarico. Una serie di pezzi fotoincisi come le maniglie, gli attuatori dei flap e alcuni pitot hanno concluso il montaggio. La basetta è in resina e simula perfettamente una piazzola di parcheggio fatta da fasciame in mezzo ad un prato. Per la sua colorazione ho passato a pennello del marrone Tamiya senza preoccuparmi tanto dell’omogeneità. Con del grigio a pennello asciutto ho ripassato tutte le assi a simularne l’usura. Il contorno è stato spalmato di colla vinilica e cosparso di una miscela di vari tipi di erbe per fermodellismo. Asciugato il tutto, con l’aerografo ho ripassato le zone di passaggio dell’aereo e del personale di servizio con varie tonalità di marrone fino ad eliminare del tutto il verde dell’erba. Per dare un po’ di movimento ho aggiunto due figurini, un pilota proveniente dal set Hasegawa “Piloti della II guerra Mondiale” e uno specialista, in metallo bianco, della Hecker & Goros. Per la loro colorazione mi sono rifatto ad alcuni testi prestatimi dal fornitissimo Marcello Marchetti, sulle divise militari. Al pilota, con del plasticard, ho affiancato un tavolaccio con una mappa, bottiglia e bicchieri, mentre lo specialista l’ ho lasciato cosi come è. Alcuni particolari come il bidone e i vari secchi provengono dalla banca pezzi. A lavoro ultimato in questo caso, non un puro e semplice aereo, ma un piccolo diorama da aggiungere alla mia collezione.

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